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di Andrea Bianchetti, pubblicata su "Cenobio" 


di dicembre (2011)

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Nell’ottobre 2011 la Bookmaker Comics, sempre pronta ad accettare nuove sfide, si è impegnata nella pubblicazione di due, come definirli, “progetti solisti”: Love Buzz di Chiara Di Vivona, classe 1986, e Omini di China di Luca Salce, sempre del 1986. I due libricini, di formato maneggevole sono entrambi strutturati in episodi in bianco e nero. 

Gli Omini di China di Salce sono personaggi ambigui, stilizzati fino all’osso, strutture antropomorfe che si muovono in un universo in bianco e nero. Paiono quasi delle sequenze fotografiche, che hanno come contorno l’oscuro (massiccia la presenza del nero), forse, come suggerito dall’ultima storia (All is full of love), un nero che ricorda appunto lo spazio stellare, simbolo, in realtà, dell’interezza della comunità umana, in precario rapporto con se medesima. Gli Omini di China sono ragazzi, uomini, sono presenze che ricordano l’umanità intera, tutti simili tra di loro, che interagiscono con sensazioni spontanee con la propria comunità. Sono i sentimenti allo stato grezzo che Salce ci rappresenta con finezza adulta: se i personaggi sono stilizzazioni lo sono anche le emotività: invidia, estenuazione dalla routine lavorativa, amori spesso traviati e perversi, affetti famigliari. Così come portati al minimo sono i dialoghi, inutili sembrano le parole, espresse solamente attraverso onomatopee ed altri disegni. 

I personaggi del teatro di Salce sono spesso outsiders: nella prima storia (Taller than Jesus) un omino viene emarginato per la propria statura, troppo, sì, troppo alta. Altezza che tornerà utile per il recupero di un povero micio perso da un gruppo di ragazzetti che derideva l’uomo, intrappolato su di un albero, che per sadica vendetta il gigante si mangerà di fronte ai basiti bulli. Ci sono satire pungenti all’interno delle strisce di Salce: la necessità di vendetta, di rispetto che si ritorce contro il personaggio stesso come condannato, a mo’ dei punitori infernali di Dante (Caronte, Cerbero ecc.), ad una propria etica della solitudine. 

Una delle strisce più riuscite è l’ultima (All is full of love) dove un omino preleva dei soldi che immediatamente smarrisce e insegue trasportati dal vento: solo dopo varie vicissitudini li recupererà baciandoli affettuosamente. Ma è necessario osservare il tutto da una diversa prospettiva, ci avverte l’accorto autore, è così che nelle ultime immagini, un’inquietante prospettiva che si restringe sempre più, l’occhio dell’osservatore finisce nell’universo, dove notiamo una piccola terra che sta per essere disintegrata da una cometa, da un evento straordinario che rende così malinconico e fragile il nostro esistere. 

Sono le soluzioni finali estroverse e creative a sorprendere il lettore, sempre ben inserite in un quadro morale delicato e ben definibile. (...) 


QUI il resto della recensione (su LOVE BUZZ)

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